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NUMERI pentateuco #4
19 Ottobre 2019
di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano
regia Marco Di Stefano
drammaturgia Chiara Boscaro
con Giulia Versari
musiche originali Lorenzo Brufatto
eseguite e registrate dall’ensemble da camera Il Canto Sospeso
assistente alla regia Cristina Campochiaro
progetto grafico e visivo Mara Boscaro
un progetto La Confraternita del Chianti
una produzione Associazione K.
in collaborazione con Teatro Verdi – Teatro del Buratto, Perpetuum e Nau Ivanow (Barcellona, Spagna)
Non contaminerete la terra dove sarete, perché il sangue contamina la terra
e per la terra non vi è espiazione del sangue che vi è stato sparso,
se non mediante il sangue di chi l’ha versato.
Non contaminerete dunque la terra che andate ad abitare
e in mezzo alla quale io dimorerò; perché io sono il Signore.”
(Numeri, 35, 33 – 34)
Numeri è il censimento del Popolo. Numeri sono quelli che sono dentro, numeri sono quelli che rimangono fuori. I clandestini. Ma la clandestinità non è solo una questione statistica, per Medea è una questione di famiglia. Lo sposo, come tanti calabresi, è andato in Argentina a lavorare dieci anni fa. Manda regolarmente soldi per lei e i figli, ma la lettera per invitarla a raggiungerlo, quella non arriva mai. Medea aspetta, aspetta, aspetta ma dopo dieci anni comincia a sentirsi presa in giro. Compra tre biglietti per la nave grande che taglia l’oceano e si mette in viaggio con i figli. Quando arrivano a Buenos Aires cercano gli italiani tra gli argentini, i calabresi tra gli italiani e Giasone tra i calabresi, ma le dicono che Giasone non è più italiano né calabrese. Si è trovato una sposa argentina. Una ricca. Una “principessa”. E Medea si arrabbia. E quando si arrabbia, Medea è “la prova vivente che gli dei non esistono”.