di Diego Runco
Sono riminese da poco più di un anno e mezzo, quindi quello che dico andrebbe sicuramente preso con le pinze.
In ogni caso, per la nostra rubrica di cultura gastronomica (e non solo), mi sento di suggerire due templi sacri della piadina romagnola: La Casina del Bosco, a pochi passi dal Grand Hotel, un tempo ex-baracchino e ora agile ristorantino a pochi passi dai bagni di Marina Centro dove gustare ogni tipo di delizia che abbia a che fare con piada e cassoni.
La seconda perla è il Bar Ilde sul colle di Covignano: piada leggermente più alta di quella della Casina (come succede nella Romagna del nord) ma ugualmente buona.
Una citazione non posso non farla alla zona delle Cantinette, in pieno centro storico a Rimini, dove è possibile farsi un aperitivo degno di questo nome (e che nulla ha da invidiare a quelli milanesi) in diversi bar nei dintorni della vecchia pescheria. Il mio preferito? La Bottega della Creperia, situata in una piazzetta bellissima, sede dell’antica Libreria Riminese. Se prima dell’aperitivo vi fermate per un gelato io vi suggerirei Il Pellicano in una traversa di Piazza Tre Martiri (quella del monumento alla frase “il dado è tratto” e quella della statua di Giulio Cesare, appunto).
Chi di voi avesse voglia di fermarsi per un pranzo o una cena romagnola degna di questo nome consiglierò sempre il mio posto preferito: Trattoria Renzi (che non è quello del PD), a Canonica (Santarcangelo di Romagna), dove il menù inizia e finisce con: “Qui si mangia: tagliatelle al ragù, salsicce, grigliate di carne e radicchio fresco.” Se ci aggiungete anche una bottiglia di Sangiovese Superiore state lastricando per bene la vostra strada per il Paradiso.