di Marco Pezza
Siamo a Milano. Zona Porta Romana. Uno dei fulcri della movida milanese: ci sono le terme, i locali e i teatri. Uno in particolare; uno tra i più importanti per le produzioni, le ospitalità, le scoperte e i Bagni Misteriosi. In via Pier Lombardo c’è il Teatro Franco Parenti.
A maggio, parecchi Confratelli saranno impegnati proprio in questo teatro con due diversi spettacoli nella stessa rassegna, Passione Civile.
Si comincia il 17-18 maggio con Marco Di Stefano, autore del testo di Acciaio Liquido, che con la regia di Lara Franceschetti porta in scena una tragedia avvenuta a dicembre 2007, quando nell’acciaieria Thyssenkrupp di Torino si scatena un incendio in cui perdono la vita sette operai. Poi il processo, gli operai, i dirigenti, i parenti, le maschere dell’ufficialità e l’umanità di ognuno.
Si continua il 23-24-25 maggio con Pioggia, testo e regia di Marco Pezza e in scena altri due confratelli oltre a lui: Giovanni Gioia e Diego Runco. In una casa cantoniera dell’hinterland milanese, quattro operai addetti alla manutenzione delle strade – tre italiani più Osman, un immigrato turco – sono costretti a passare una notte di straordinari sul luogo di lavoro per affrontare una grave emergenza meteorologica. Con loro un quinto uomo, italiano e neofascista. Mentre la pioggia continua a cadere
Gli orari degli spettacoli variano di sera in sera e quindi prima o dopo le poltroncine rosse c’è modo di andare a mettere le gambe sotto il tavolo.
I più scettici storceranno il naso pensando di riempirsi la pancia senza spendere un capitale. Invece dovranno ricredersi perché Dongiò, ristorante calabrese in via Bernardino Corio 3, vanta primi piatti con pasta fresca trafilata in bronzo (fatta in casa!) nelle varie ricette della tradizione calabra, come ad esempio le tagliatelle di Re Ferdinando e gli spaghetti alla Cafoncella; ovviamente non manca l’nduja di Spiliga col caciocavallo silano e mi raccomando, provate le polpettine di cicoria; anche i dolci (sempre fatti in casa!) sono una bomba. Il tutto annaffiato da un’immancabile bottiglia di Cirò. E il prezzo? Non storcete il naso, non va assolutamente temuto.
Se invece allunghiamo la strada e facciamo quattro passi lasciandoci Piazza Medaglie d’Oro alle spalle, troviamo l’Osteria dell’Acquabella, in via San Rocco 11.
Qui passiamo a un altro tipo di cucina, più nordica, anzi decisamente lombarda! Uhe cicetti! Sei qui e adesso ti prendi un bell’antipasto di raspadura lodigiana, un risotto giallo al salto, che non è altro che una rondellona di risotto alla milanese, bella croccante, che voi altri giargiana non ve la sognate nemmeno; poi vi buttate su una bella salsiccia ubriaca al Buttafuoco oppure a cabaret di mundeghili, le tipiche polpette meneghine. La cantina è ricca e copre tutta la produzione vinicola nazionale con alcune eccellenze da nord a sud comprese le isole. Ma se vogliamo dare fondo a un’ottima bottiglia di rosso fermo lombardo, senza spendere troppo, il consiglio è un Riccardi – San Colombano DOC Mombrione riserva. Qui i dané non volano via, ma se ci si fa prendere dalla gola è un attimo. Taaac!